"We do not see the things as they are, we see the things as WE are." Anais Nin

Articoli con tag “olocausto

suoni e voci…per non dimenticare


Barbapedana e Linda Canciani

presentano


SUONI E VOCI …PER NON DIMENTICARE”

nell’ambito della Giornata della Memoria 2010


*** SUONI e VOCI PER NON DIMENTICARE ha vinto la TARGA D’ORO 2006 nella rassegna teatrale città di SPINEA (VE) come MIGLIOR SPETTACOLO – MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA – MIGLIOR REGIA

“ … La storica formazione musicale trevigiana ha saputo proporre un percorso di forte suggestione, alternando toni sommessi e misurati a grandi slanci di energia e genuino furor civile. Molto significativo peraltro il contributo dell’attrice Linda Canciani, che ha intercalato alle esecuzioni del gruppo un monologo di grande espressività. Ai Barbapedana il compito di sottolineare sentimenti e stati d’animo con musiche e ballate tratte dal loro ormai famoso repertorio popolare.
Perfetta la loro interazione, con una resa spettacolare di grande efficacia comunicativa…”


DOMENICA 31 GENNAIO ore 17.00

Centro Polifunzionale
(Via Roma 2/c)

PIANEZZE di MAROSTICA
(VI)

INGRESSO LIBERO

www.barbapedana.it


cancellate il nome di mio nonno


ricevo e pubblico

Cancellate il nome di mio nonno da Yad Vashem

Scritto da Jean-Moïse Braitberg
Venerdì 30 Gennaio 2009 09:04

Vi chiedo di acconsentire alla mia richiesta, signor presidente, perché quanto è successo a Gaza, e più in generale, la sorte toccata al popolo arabo della Palestina da sessanta anni in qua, ha screditato ai miei occhi Israele come centro della memoria del male fatto agli ebrei, e dunque all’umanità intera. Vedete, fin dalla mia infanzia, io ho vissuto circondato da sopravissuti ai campi della morte. Ho visto i numeri tatuati sulle loro braccia, ho ascoltato il racconto delle torture, ho conosciuto i lutti indicibili e ho condiviso i loro incubi.

Bisognava, così mi hanno insegnato, che questi crimini non si ripetessero mai più; perché mai più doveva accadere che uomini, forti della loro appartenenza ad una etnia o ad una religione avessero in disprezzo altri uomini, e si facessero beffe dei loro diritti più elementari come quello di vivere una vita dignitosa in sicurezza, libertà, e con la luce, sia pur lontana di un futuro di serenità e di prosperità.

Ma, signor presidente, io devo constatare che nonostante le decine di risoluzioni prese dalla Comunità internazionale, malgrado la palese evidenza dell’ingiustizia perpetrata nei confronti del popolo palestinese dal 1948, nonostante le speranze sorte a Oslo e nonostante il riconoscimento del diritto degli ebrei israeliani a vivere in pace e in sicurezza, sovente ribaditi dall’Autorità palestinese, le sole risposte date dai governi successivi del vostro paese sono state la violenza, il sangue versato, la reclusione, i controlli incessanti, la colonizzazione e i saccheggi.
Mi direte, signor presidente, che è legittimo, per il vostro paese, difendersi da chi lancia razzi su Israele, o contro i kamikaze che uccidono molti israeliani innocenti. A ciò risponderò dicendo che il mio sentimento di umanità non varia a seconda della cittadinanza delle vittime.

Invece, signor presidente, voi dirigete le sorti di un paese che pretende, non soltanto di rappresentare gli ebrei nel loro complesso, ma anche la memoria di quelli che furono le vittime del nazismo.
Questo mi riguarda ed è per me insopportabile. Conservando nel Memorial di Yad Vashem, nel cuore dello Stato ebreo, il nome dei miei congiunti, il vostro Stato tiene prigioniera la mia memoria familiare dietro il filo spinato del sionismo per farne l’ostaggio di una cosiddetta autorità morale che commette ogni giorno quel crimine abominevole che è la negazione della giustizia.

Quindi, per favore, cancellate il nome di mio nonno del santuario dedicato alla crudeltà fatta agli ebrei perché essa non giustifichi più quella fatta ai palestinesi.

Con i miei rispettosi saluti

Jean-Moïse Braitberg (scrittore)

Fonte: Le Monde del 28.01.09

Traduzione a cura dell’Associazione di Solidarietà Proletaria – ASP


sionismo e nazismo


So bene che le mie riflessioni potranno suscitare fastidio, so bene che già molto è stato scritto e detto a proposito. Non di meno voglio ricordare a quanti sostengono le ragioni di Israele che anche il nazismo proponeva teorie, libri, riflessioni e statistiche a sostegno del proprio agire. Chi aveva spirito libero, chi riteneva di non dover servire alcuna ideologia se non la propria coscienza capì la follia e l’infondatezza di quanto si proclamava allora e trovò il coraggio di opporvisi. Qualcuno lo capì un po’ dopo, quando l’orrore lo vide con i propri occhi. In molti lo hanno condannato a posteriori. Quasi nessuno lo difende ora.

Non ci sono ragioni, non ci sono teorie, non ci sono statistiche che possano giustificare le immagini che vediamo qui sotto. E non ha alcuna importanza se sono di oggi, di ieri o di settant’anni fa.